L’intervento psicomotorio per valorizzare la relazione genitori-figli
La psicomotricità relazionale propone un accompagnamento specifico alla genitorialità, sostenendo la crescita condivisa di genitori e figli. Attraverso esperienze di gioco e movimento, questo intervento favorisce la costruzione di nuove consapevolezze e competenze nella relazione familiare.
La famiglia come luogo di crescita e identità
La Psicomotricità Relazionale appare uno strumento adeguato a sostenere la genitorialità perché permette la crescita di genitori e figli attraverso la mobilitazione condivisa di nuclei affettivi e relazionali.
Occuparsi di bambini vuol dire inevitabilmente, occuparsi di famiglie. Mai come in questi anni è d’obbligo parlare al plurale di famiglie: nel caleidoscopio di strutture familiari la famiglia è il primo luogo della cura, in cui si sperimenta e si costruisce l’identità e la personalità, nel quale si apprende il proprio valore e il significato dell’essere amati.

La comunicazione nella quotidianità familiare
I gesti quotidiani che diventano narrazione dell’amore fra adulti e bambino, ma anche il ritmo che diviene canovaccio sul quale scrivere le modalità di comunicazione, non sempre riescono ad essere espresse nelle modalità adeguate per soddisfare i bisogni dei bambini e dei genitori.
Le sfide della nuova genitorialità
Famiglia è il luogo in cui passato e futuro si intrecciano in un presente spesso poco coerente. Infatti va evidenziato che per i genitori la nascita di un bambino rappresenta una “crisi evolutiva” che richiede uno sforzo per: riorganizzare la vita psichica, immaginarsi in ruoli differenti, confrontare gli stili educativi di ciascun genitore, costruire una corrispondenza fra il bambino sognato e il bambino reale.
La nascita di un bambino vede nascere anche due genitori che dovranno fare i conti con tempi ristretti e sempre più veloci (per rientrare a lavoro, per inserire il bimbo al nido…), con una precocizzazione della fase di separazione, con la propria storia di coppia e personale e con politiche che poco sostengono le famiglie.
L’intervento psicomotorio come risorsa
Proprio per questo gli interventi a sostegno della genitorialità, secondo l’approccio psicomotorio relazionale, diventano occasione per riattivare le risorse presenti, fornire spazi, tempi e stimoli adeguati in cui favorire la nascita o il consolidamento di nuove consapevolezze, intese come capacità di fare proprie riflessioni, attivare inedite modalità e conoscenze per esprimere una cura “sufficiente buona” dei propri figli. Attraverso esperienze piacevoli (che non sono pura ripetizione di nozioni o di modelli) si attivano, si creando e/o si riorganizzano modelli già presenti favorendo l’empowerment genitoriale.
Le esperienze senso-motorie, simboliche e di socializzazione divengono così dimensioni in cui genitori e figli vivono uno spazio di comunicazione e di narrazione di sé attraverso il corpo, il gioco e il movimento. Incontro dopo incontro ogni diade adulto/bambino, o ogni gruppo familiare, riattiva l’ascolto di sé e dell’altro anche divertendosi. È così che ci si prende cura del futuro, un oggi alla volta, un gioco alla volta, una scelta alla volta, scoprendo di non essere da soli.
Pensieri e studi sulla psicomotricità relazionalei
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